Acquari e Supporti

Acquari marini vs acquari d’acqua dolce: differenze e considerazioni

Acquari marini vs acquari d’acqua dolce: differenze e considerazioni, nel post a cura di Acquari.org

L’ambiente in cui vivono i pesci ha da sempre una fondamentale ascendenza in riferimento al loro vissuto. Maggiore è l’affidabilità e la tenuta di un certo contenitore acquatico, maggiore sarà il benessere e la vitalità emanata dagli stessi. Si dibatte tanto in giro di acquari d’acqua dolce vs acquari d’acqua salata. Qual è più conveniente e qual è più dannoso? Dipende dalla prospettiva con cui si vuole guardare alla questione.

In questo approfondimento non daremo un giudizio en tranchant poiché ogni tipologia di acquario ha dei punti di forza e di debolezza, a seconda anche dei pesci che si vogliono inserire e dell’ambientazione che si vuole creare. 

Acquari dolci vs acquari salati: chi vince?

Naturalmente l’approccio con i pesci cambia a seconda della presenza in vasca di un’acqua dolce o salata. La prima differenza sostanziale che salta all’occhio è che un acquario d’acqua salata si connota per maggiori dimensioni rispetto a quella dolce. Richiede, inoltre, una manutenzione più costante nel tempo, oltre che costi di mantenimento di gestione generalmente più alti. Quindi, se si dispone di pazienza, tempo e risorse, l’acquario di acqua salata può essere una ottima soluzione per gli appassionati.

Gli acquari d’acqua dolce accolgono soprattutto pesci di fiume e di lago, i quali hanno necessità ed esigenze decisamente diverse dai loro simili marini. Sono più facili da gestire, in un certo senso, per questo si adattano maggiormente a coloro che hanno poca esperienza in materia. Ideale soprattutto per chi è agli inizi in questo mondo.

Per gli acquari d’acqua dolce, i costi sono drasticamente ridotti in termini di manutenzione, la quale risulta essere anche più veloce dal punto di vista pratico. La pulizia del fondale la si può effettuare ogni tre mesi, mentre almeno una volta al mese si deve cambiare l’acqua.

L’acquario d’acqua salata ospita pesci più resistenti, anche e soprattutto alla convivenza pacifica. Include una capacità di riempimento di almeno 200 litri, motivo per il quale ne è sconsigliata la gestione ai meno esperti.

Più o meno ogni settimana, se non due settimane, si deve ottemperare al ricambio dell’acqua, oltre che al controllo di valori essenziali da monitorare, come il pH, l’ammoniaca e i nitriti.

Vantaggi e rischi di scelta tra acquari dolci e acquari salati

L’assunto principale è che gli acquari d’acqua dolce presentano meno rischi in materia di tutela e sostentamento dei pesci. Gli stessi pesci sono molto più facili da curare e gli ambienti rappresentati tendono ad essere meno variegati nella loro complessità. Non è un caso se la maggior parte degli acquari d’acqua dolce sono composti per la maggior parte da pesci, per l’appunto, a discapito di piante e ornamenti vari.

Gli acquari d’acqua salata si configurano bene solamente nel caso in cui siano rispettate determinate dimensioni in termini di spazio. Se non c’è il giusto e adeguato spazio adatto per specie specifiche, la convivenza degli stessi potrebbe essere messa in serio pericolo. 

Il sistema di filtraggio è un elemento da non sottovalutare perché lavora di più in un contenitore d’acqua salata già collaudato. La salute dei pesci, in questo modo, ne beneficerà ulteriormente, senza correre rischi.

L’acqua dolce è più semplice da allestire poiché non richiede particolari creazioni a misura di pesce. Le dimensioni sono ridotte e l’habitat di riferimento si allinea perfettamente a chi ci vive.

Basta una fonte di illuminazione minimamente appropriata e un filtro di potenziamento dell’acqua da almeno 36 Watt per strutturare al meglio un acquario. Tutto ciò permetterà di risparmiare non poco dal punto di vista energetico, così come sul piano della prevenzione sui livelli di tossicità dell’acqua.