Pesci d’acqua salata, i più semplici da allevare
Pesci d’acqua salata, i più semplici da allevare nel post a cura di Acquari.org
Si ha sempre più a che fare con persone e intere famiglie alle prese con l’allestimento di un acquario. Una consuetudine che appassiona anche i meno avvezzi a questo tipo di pratica.
Avere un acquario è come avere una compagnia ulteriore da accudire e gestire, quasi al pari degli altri familiari o conviventi. I pesci d’acqua salata non richiedono neanche tutto questo impegno nell’allevamento e sono i più semplici da custodire in quest’ottica. A dispetto di come si possa pensare inizialmente.
Quali sono i pesci d’acqua salata più gestibili in acquario?
Persino chi non ha mai avuto un acquario in vita sua e intende possederne uno può pensarci seriamente. I pesci d’acqua salata sono particolarmente facili da lasciar sguazzare in un acquario, ma hanno bisogno comunque di un minimo di cura e manutenzione. Nel senso che, ovviamente, non necessitano di una cura maniacale ma nemmeno vanno lasciati al loro destino.
Il pesce pagliaccio rosso
Tra i pesci più semplici da allevare figura certamente il pesce pagliaccio rosso. Tra i più comuni e rappresentati, anche a livello cinematografico, essa rappresenta una specie piuttosto piccola di lunghezza, in quanto non supera tendenzialmente gli 8 cm. Dunque, non richiede uno spazio eccessivo all’interno di un acquario, ma funzionale, quello sì. Mangia praticamente qualsiasi cosa gli passi attorno e ha una capacità di riproduzione piuttosto elevata. Questo fa sì che sia tra i più comuni, considerando che lo spazio di cui ha bisogno non è elevato. E anche dal punto di vista alimentare risulta essere particolarmente comodo.
Può mangiare persino cibo surgelato o vegetale. Da accoppiare con un anemone, il quale ne rappresenta, a sua volta, una sorta di scudo che lo protegge. In particolar modo, le femmine amano deporre le proprie uova vicino al suddetto scudo.
Dopo circa 10 giorni nasceranno altri piccoli pesciolini da poter introdurre nell’acquario. Il fondale deve essere sabbioso, l’illuminazione intensa e la temperatura dell’acqua compresa tra i 25 e i 28°.
Il Clarkii
Per quanto riguarda il Clarkii, esso incarna il tipico pesce d’acqua salata originario dell’Oceano Pacifico. Anch’egli ama convivere con gli anemoni e ha una particolare predisposizione cromatica verso l’arancione, ma con strisce bianche e nere ad accompagnarlo.
Tende a difendere spesso e volentieri il suo territorio e, dunque, metterlo insieme ad altri pesci può rivelarsi una scelta piuttosto azzardata. Mangia cibi di piccole dimensioni, siano essi vivi o morti. Senza il suo anemone non sarà in grado di riprodursi agevolmente. Componente essenziale per garantirne la prosperità. Devono passare almeno 10 giorni per dare alla luce i piccoli. Si consiglia una temperatura dell’acqua salata oscillante tra i 24 e i 30° con PH maggiore di 8.
Il Paracanthurus Hepatus
Il nome di questa specie di pesce di acqua salata può sembrare incomprensibile e impraticabile a prima vista, ma vale la pena citarla e approfondirla: trattasi del Paracanthurus Hepatus.
Un pesce di colore blu, che può arrivare a 25 cm di lunghezza. Non aggressivo ed elegante allo stesso tempo a vista d’occhio, grazie alla sua prorompente pinna gialla e alla sua forma ovale particolarmente appariscente. Grazie alla sua bellezza, è un pesce particolarmente apprezzato da chi vuole dare un pizzico di stile al proprio ambiente casalingo.
Può convivere in pace con altri pesci, oltre che con i propri simili. Tuttavia invecchiando può sviluppare maggiori tendenze aggressive e territoriali. Per questo motivo va inserito ed educato, in qualche modo, in tenera età.
Nella sua dieta rientrano soprattutto crostacei, vermi e molluschi. Ha bisogno di molto spazio per poter nuotare liberamente all’interno di una barriera corallina da sviluppare, per quanto possibile.