Pesca sportiva: cos’è e stili più praticati
Pesca sportiva: cos’è e stili più praticati nel post a cura di Acquari.org
Caccia e pesca non passano mai di moda. Un’esigenza naturale e, talvolta, legata ad istinto di sopravvivenza che farà sempre felice l’uomo. E non c’è modo per impedirlo. Dalla pesca per necessità si può arrivare anche alla pesca cosiddetta sportiva. Un modo di intenderla, che favorisce l’aspetto ludico al di là dell’aspetto meramente professionale. E la pesca è diventata proprio una professione visto che si parla, appunto, di pesca sportiva. Da qui, poi, è possibile anche trovare le modalità più praticate.
Le modalità di pesca sportiva più praticate
Una passione che si trasforma quindi in uno sport a tutti gli effetti. La pesca sportiva implica, come tutte le attività legate a questo settore, una preparazione di fondo e una competenza che non tutti possono vantare. Come attrezzature sofisticate che permettano una realizzazione dell’obiettivo che ci si pone quanto più centrale e centralizzata possibile.
Esistono varie modalità di pesca sportiva che si riconducono tutte ad un solo ambito. Adesso andiamo a vedere nel dettaglio le modalità specifiche di pesca sportiva e quali sono le differenze tra esse.
Il carpfishing
Ad esempio, il cosiddetto carpfishing si lega alla pesca delle carpe. Uno stile di pesca tra i più apprezzati e praticati in assoluto tra laghi e fiumi, dove, per l’appunto, si riscontra questo tipo di pesce.
Permette di catturarne in una certa quantità e a prescindere dalle dimensioni considerate. Il fondamento da cui non si può prescindere riguarda la presa e l’immediato rilascio in acqua. Tutto questo al fine di tutelare il pesce stesso, evitando che possa incorrere in ferite mortali.
In pratica si concede l’opportunità al pescatore di turno di catturare il pesce, tenerlo un po’ con sé per diletto o vanto e successivamente rilasciarlo in acqua. La sofferenza, in questo modo, è lenita notevolmente. Anche perché, comunque, lo scopo di questo stile è il divertimento, non certamente intaccare la natura.
Questa tecnica ha il suo apice nel periodo estivo, dato che le carpe amano nuotare maggiormente nei mesi più caldi, meno nelle stagioni invernali. In Italia non è difficile trovare un lago o un fiume dove potersi divertire in questo senso.
Pesca con il palamito
Un’altra tecnica particolarmente diffusa in ambito ittico, soprattutto nel sud Italia, è la cosiddetta pesca con il palamito. Tra le più antiche al mondo, essa implica una modalità di pesca che usufruisce di una lenza definita palamito, per l’appunto. Può essere a fondo oppure galleggiante.
Grazie a questo metodo, è molto facile pescare pesci di una certa consistenza, come spigole, orate e saraghi. Agli ami utilizzati vengono associati molluschi, crostacei o altri pesci in grado di attirarne altri, sfruttando, magari, anche una fonte attrattiva di luce in superficie.
A norma di legge l’uso del palamito in modalità sportiva è consentito, ma in numero inferiore a 200 ami. Il palamito a vela trova la sua maggiore diffusione nel periodo estivo, anche se si configura come ideale per tutte le stagioni.
Con il palamito galleggiante si possono pescare anche gli sgombri, tanto per dire. Indicato soprattutto per le specie che prediligono nuotare a ridosso della superficie, quindi non troppo in profondità.
Al di là di queste concezioni legali l’obiettivo della pesca sportiva si allinea ad una logica filosofica, nel sento che l’obiettivo primario deve essere salvaguardare il rapporto tra l’uomo e l’ambiente marino. Il vero pescatore sportivo non cattura il pesce per consumarlo e mangiarlo, ma per vivere quasi in simbiosi con lui e l’habitat di riferimento. Una scelta etica, da apprezzare. Che non tutti, al di fuori di questa disciplina, riescono a comprendere al meglio.